La folla si accalca verso lo stadio, il “tempio del calcio”. Le squadre entrano negli spogliatoi e indossano le maglie colorate. Poi, finalmente, fanno il loro ingresso sul “campo sacro”, mentre l’intero stadio si alza in piedi e le sciarpe dei tifosi sono stese verso il cielo. Tutti cantano l’inno con fervore: un momento da “pelle d’oca”.
A volte questi rituali durante una partita mi ricordano un culto, una specie di religione sostitutiva. Gli esseri umani sembrano aspirare a fare parte di qualcosa di più grande. Noi vogliamo identificarci con ciò che sembra darci importanza. È come se il nostro cuore conoscesse ciò che va oltre la finitudine fisica e il transitorio e che, pure, rimane nascosto agli occhi terreni.
Abbiamo quindi la tendenza a conferire uno status divino alle cose create. La vita, con tutte le nostre risorse, vengono indirizzate verso ciò che per noi ha la massima priorità. In tal modo, qualsiasi cosa può diventare una sorta di religione.
Adorare Dio significa dargli il posto più importante, quello che gli spetta. Quando il Signore è l’asse attorno al quale ruota la nostra vita, l’ordine, la pace e la gioia entrano nel cuore.
Che cosa ha la massima priorità per te?
Testo della settimana: Ecclesiaste 3:11-14