Al tempo dell’Impero Romano la crocifissione era la modalità di esecuzione della pena di morte. Il filosofo Cicerone lo ha definita come «il supplizio più crudele e più tetro». Un terribile tradimento, le false accuse e le calunnie rese in cambio di vile danaro hanno
condotto Gesù Cristo, il Figlio di Dio, a subire quel giudizio atroce.
Gesù era completamente innocente ed anche il governatore romano Ponzio Pilato non era davvero convinto che fosse colpevole. Così mentre la folla gridava ferocemente: «Crocifiggilo!», il Cristo è stato condannato ingiustamente.
Era un uomo perfetto e non meritava la morte in quanto non aveva mai peccato. Ma su quella croce ha scontato la condanna per i miei e per i tuoi errori. Ha preso su di sé la nostra malvagità. È morto come un malfattore al posto nostro.
La croce ricorda anche a te che è necessario rivolgerti a Gesù. Riconosci i tuoi peccati; chiedigli perdono, ringrazialo e cambia il tuo stile di vita, perché al Calvario si è caricato del verdetto che toccava a te. Grazie a lui sei liberato anche dalla colpa e reso giusto davanti a Dio.
Cristo ci ha riscattati.
Lettera ai Galati 3:13a
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Testo per la settimana: Lettera ai Galati 3:9-14
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