Gesù mentre era sulla croce, oltre alle sue atroci sofferenze, dovette subire le ingiurie di coloro che lo prendevano in giro dicendo: «Tu che avresti potuto distruggere il tempio e ricostruirlo in tre giorni, salva te stesso e scendi dalla croce!»
Gesù era stato crocifisso avendo due malfattori ai lati, uno a destra e uno a sinistra. Mentre uno insultava Gesù, l’altro, diceva: «Non temi Dio nemmeno mentre subisci la stessa condanna? Noi lo meritiamo, per ciò che abbiamo commesso, ma quest’uomo non ha fatto nulla di male!» Poi rivolgendosi a Gesù gli chiese di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno e Gesù gli rispose: «Io ti assicuro che oggi stesso tu sarai con me in paradiso».
In quei momenti così tragici, Gesù si preoccupò di sua madre e chiese a Giovanni, uno dei discepoli, di prendersene cura. Fino all’ultimo respiro, il Figlio di Dio agì con immenso amore, offrendo perdono e preoccupandosi per il prossimo!
Gesù stava provando una sofferenza insopportabile perché portava su di sé i peccati di tutta l’umanità e visse l’abbandono del Padre. Dio tre volte santo non può avere comunione con il peccato, ecco perché Gesù pregò esattamente come il salmista: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
Vangelo di Luca 23:33-34
Gesù sapeva di aver portato a termine l’opera per riconciliarci con Dio ed esclamò: «È compiuto!» dopodiché gridò ad alta voce: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!» Detto questo, spirò. Era mezzogiorno ma le tenebre avvolsero tutto il paese fino alle tre del pomeriggio. Perfino la natura partecipò alla morte del Figlio di Dio, il sole si oscurò e in quello stesso istante il velo del tempio si squarciò in due da cima fino in fondo. Questo velo spezzato ci fa capire che la via per accedere direttamente a Dio è ripristinata: ognuno di noi è libero di andare a Dio per essere perdonato dai suoi peccati attraverso il sangue pagato alla croce da Gesù.
Anche il centurione romano, dopo aver visto ciò che era accaduto, diede gloria a Dio, dicendo: «Quest’uomo era davvero il Figlio di Dio!» A questo punto i soldati si accertarono che Gesù fosse veramente morto, ma non gli spezzarono le gambe, gli forarono il costato con una lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Noi tutti sappiamo quanto siano significative le ultime parole che ci vengono dette da una persona cara prima di morire. Vale la pena riflettere sulle sette frasi pronunciate da Gesù sulla croce!
Giuda Iscariota si presentò in quel giardino seguito da alcuni uomini armati e Gesù gli chiese: «Amico, che cosa sei venuto a fare?»
Gesù fu arrestato, legato e trascinato davanti a tre tribunali ebraici dove venne interrogato. Vedendo quello che stava succedendo tutti i discepoli si spaventarono e fuggirono. Solo Pietro continuò a seguire tutti gli eventi, ma da lontano, nel cortile del Sommo Sacerdote. Fu proprio lì che negò, per ben tre volte, di aver conosciuto il suo Maestro. In realtà Gesù aveva già predetto a Pietro questo rinnegamento, infatti, al canto del gallo Pietro si ricordò, si pentì e pianse amaramente.
Giuda Iscariota, dal canto suo, quando vide che avevano condannato Gesù, non volle più tenere per sé i soldi del tradimento, li buttò a terra e poi si suicidò.
Il governatore romano Pilato si accorse presto che Gesù gli era stato consegnato solo per invidia. Egli si chiedeva come fosse possibile che coloro che soltanto pochi giorni prima avevano osannato Gesù ora urlassero inferociti di crocifiggerlo. Pilato, vedendo che non riusciva a calmare la folla, ma che, anzi, si stava sollevando un vero e proprio tumulto, prese dell’acqua, si lavò le mani in presenza della folla dicendo: «Io sono innocente di questo sangue; pensateci voi!» E acconsentì che Gesù fosse condannato a morte.
Pilato era rimasto molto impressionato dalle parole di Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato da Dio. Percio chi mi ha dato nelle tue mani ha commesso un peccato ancora più grande».
Per la terza volta Pilato disse loro: «Ma che male ha fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Perciò, dopo averlo castigato, lo libererò». Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che fosse crocifisso; e le loro grida finirono per avere il sopravvento.
Vangelo di Luca 23:22-23
In effetti il governatore romano aveva ceduto alla pressione del popolo, ma, nello stesso tempo, aveva anche comandato che sopra la croce di Gesù fosse scritta in tre lingue la ragione della sua condanna: Gesù, il re dei Giudei!
Gli fu messa una corona di spine sul capo, gli sputarono in faccia e lo flagellarono. Infine dopo aver costretto un africano a portare la sua croce, sulla collina del Golgota, crocifissero Gesù.
I responsabili del popolo ebreo erano convinti di aver agito secondo la legge eliminandolo! Ritenevano di non aver commesso nessun reato nell’aver chiesto che fosse liberato un assassino e crocifisso Gesù.
Ma Dio liberò suo Figlio dall’angoscia della morte facendolo risuscitare. Infatti non era possibile che la morte potesse trionfare su di lui, il Santo e il Giusto.
Hai mai riflettuto su quanto Gesù abbia sofferto al tuo posto pur di salvarti e donarti la vita eterna?
Jesus ist nach seiner Hinrichtung – und behördlich, bestätigtem Tod ins Grab gelegt worden und tatsächlich am dritten Tag auferstanden. Die fromme Elite, welche den Tod gefordert hatte, sowie die Römer, welche ihn gekreuzigt hatten, versuchten zur Tatzeit Beweise zu finden, dass die Leiche von Jesus gestohlen worden sei. Sie konnten nicht glauben, dass Jesus auferstanden ist, und lebt. Schliesslich bezahlten sie die römischen Soldaten, um die Lüge zu verbreiten, dass der Leichnam gestohlen wurde. Wir betrachten einige Gründe, die für die tatsächliche Auferstehung von Jesus sprechen.
Das Grab war leer, das Siegel zerbrochen, der Stein trotz verstärkter Bewachung weggerollt. Diebe wären durch den römischen Geheimdienst schnell gefasst worden. Alle Jünger hielten bis ans Lebensende an der Auferstehung fest, obwohl viele von ihnen gefoltert und umgebracht wurden. Sie zeugten vom leeren Grab und dem Auferstandenen, so wie Jesus es vorausgesagt hatte. Für eine Lüge hätten die Jünger wohl nicht den Märtyrertod auf sich genommen.
Ganz anders die Wachmannschaft, welche panisch floh. Sie fürchteten sich vor einer Todesstrafe. Die religiösen Führer schmierten die Soldaten, welche dafür eine eine Lüge verbreiteten, dass die Jünger heimlich den Leichnam gestohlen und versteckt hätten. So wurde die ganze Sache offiziell verdreht.
Die Grabtücher wurden sorgfältig zusammengelegt gefunden. Bei einem Diebstahl wäre das Tuch wohl an der Leiche geblieben. Römer und Juden hätten die Leiche schnell gefunden und als Beweis bei Augenzeugenberichten vorgezeigt! Das fragliche Verhalten der Behörden (Bestechung, Dementis, Falschinformation) spricht dafür, dass tatsächlich etwas Unfassbares vorgefallen sein musste und grosse Ratlosigkeit herrschte.
Trotz aller Problematik und Meinungsverschiedenheiten ist die Auferstehung sehr gut belegt. So kündigte Jesus seine Auferstehung selbst an. Jahrhunderte davor schrieben Propheten wie z.B. Jesaja in der Bibel erstaunlich detaillierte Voraussagen über diese Ereignisse auf.
Mehr als 500 Männer waren lebendige Zeugen seiner Auferstehung. Vielen begegnete er leibhaftig und ass Fisch vor ihren Augen, um alle Zweifel zu beseitigen.
Fakten schaffen noch keine Beziehung. Es ist allein der Glaube an den auferstandenen Sohn Gottes, der neues Leben schafft.
Er ist nicht hier, er ist auferweckt worden, so wie er es angekündigt hat. Kommt her und seht die Stelle, wo er gelegen hat!
A Pasqua gli Ebrei cantano i Salmi 115-118 per ricordare la fedeltà di Dio nel passato. (Marco 14:26) Sì anche Gesù cantava con loro benché si stesse avvicinando la sua morte. Le parole contenute in quei Salmi si riferivano alla sua stessa persona!
Dirigendosi nel giardino del Getsèmani con i suoi discepoli, il suo spirito era oppresso da una tristezza mortale. In una preghiera insistente chiese al Padre che quel calice di dolore e di morte venisse allontanato da lui. Eppure, in tutto e per tutto voleva ubbidire al Padre, perciò disse: «Ma sia fatta la tua volontà, non la mia!»
La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare. Questa è opera del Signore, è cosa meravigliosa agli occhi nostri. Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso. O Signore, dacci la salvezza! O Signore, facci prosperare! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Noi vi benediciamo dalla casa del Signore.
Salmo 118:22-26
Mentre Gesù combatteva da solo quella lotta indescrivibile di agonia, egli pregava sempre più fortemente e il suo sudore cadeva a terra come gocce di sangue. I suoi discepoli, invece, dormivano profondamente poco distanti da lui!
Gesù sapeva che sarebbe stato disprezzato, rifiutato, condannato e umiliato. Perciò, in quell’ora angosciosa le promesse divine dei Salmi gli davano conforto! Anche il profeta Isaia aveva scritto: «Dio, il Signore dice: Io metto sul monte Sion un fondamento sicuro, una solida e preziosa pietra di sostegno che nessuno potrà abbattere. Chi crede, non vacillerà. Il mio metro sarà il diritto e la mia livella la giustizia». Isaia 28:16-17
Gesù è quella pietra preziosissima, la Pietra Angolare che è e rimarrà stabile. Ha resistito alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Nonostante tutte le prove tremende della storia egli è il Re eterno, Colui che pianse per la sua città che non lo aveva riconosciuto: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!» Luca 13:34
Come vivi il sostegno di Dio nelle tue paure o quando vieni disprezzato?
Vuoi esperimentare la protezione sotto le sue ali?
La Pasqua per gli ebrei è la festa annuale più importante: ricordano la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Anche Gesù desiderò con tutto il cuore celebrare questo ricordo con i suoi discepoli prima di soffrire. Gesù ci dà la vera liberazione dalla schiavitù del peccato! Ecco perché viene chiamato l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo. (Giovanni 1:29)
Mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico che uno di voi, che mangia con me, mi tradirà».
Vangelo di Marco 14:18
Nemmeno i discepoli, che avevano vissuto per circa tre anni in stretto contatto con Gesù, capirono la gravità di quel momento, cioè l’imminente sacrificio del loro Maestro. Poco prima della sua morte li ritroviamo addirittura a litigare fra di loro per capire chi sarebbe stato il più importante nel regno di Dio!
Ecco perché Gesù dimostra ancora una volta con i fatti che egli si trovava in mezzo a loro come Colui che serve: si alzò da tavola, si tolse la veste, si mise un asciugamano attorno ai fianchi, versò dell’acqua in una bacinella e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli e ad asciugarglieli.
Proprio mentre stavano ancora mangiando, Gesù fu sopraffatto da una forte tristezza e disse che uno di loro lo avrebbe tradito. Dicendo questo, diede a ciascuno l’opportunità di esaminarsi. Ecco perché ognuno di loro gli chiese: «Signore, sono forse io?» Gesù rispose che colui che avrebbe inzuppato il pane nel suo piatto lo avrebbe tradito e poco dopo Giuda Iscariota fece proprio questo.
In effetti Giuda Iscariota aveva già complottato con i capi religiosi di tradire Gesù per trenta sicli d’argento, il valore di 10 mila € di oggi.
È incredibile pensare che Gesù stesse parlando di questo atto tremendo di tradimento proprio mentre quel discepolo era presente alla cena. Gesù è profondamente diverso da noi, se noi sapessimo che qualcuno ci sta per tradire daremmo libero sfogo alla nostra rabbia e ira, ma non Gesù!
Poi Gesù prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi. Luca 22:19-20
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